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La fucilazione di 15 partigiani a Piazzale Loreto il 10 agosto 1944 è uno degli episodi che resta scolpito nella memoria dei milanesi. Si tratta di un provvedimento di "rappresaglia" per la provocata esplosione di un autocarro della Wehrmacht, avvenuta 3 giorni prima in viale Abruzzi. La deflagrazione provoca la morte di 6 cittadini milanesi e il ferimento di altri 5. Secondo le direttive di Kesserling, dovevano essere uccisi dieci ostaggi per ogni vittima tedesca. Ma nell’attentato non è deceduto alcun soldato tedesco: l'uccisione dei partigiani è dunque un eccidio e non una rappresaglia.